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Lasciatosi definitivamente alle spalle il capitolo Thegiornalisti, la band abbandonata nel 2019 con la quale ha raggiunto la popolarità, e messa da parte anche la pandemia che ha rallentato i suoi progetti, Tommaso Paradiso è pronto a pubblicare il suo primo disco solista: il 4 marzo esce infatti “Space cowboy” al quale seguirà l’omonimo tour. Sul disco ha spiegato: “Questo è un album che riporta la canzone alla sua essenza più pura. L’ho svuotata da arrangiamenti, sintetizzatori e da tutto quello che amavo mettere prima nei dischi. Sì, è come se mi fossi spogliato. Ogni tanto mi vedo con Paolo Sorrentino e spesso ci interroghiamo sul perché io faccia musica e lui cinema. Rispondo che ho l’ambizione di realizzare quello che non sento altrove. Anche lui la pensa allo stesso modo. Volevo che “Space cowboy” avesse al centro il suono puro della musica pop”.

Tante le citazioni, nei testi e nella musica, passando per la letteratura e il cinema. Da Carlo Verdone ai Kasabian, da Vasco Rossi agli Strokes, passando per il basso di John Lennon negli anni da solista. “Ho scopiazzato qua e là – dice con il sorriso Paradiso senza remore -, del resto tutti gli artisti che amo, da Quentin Tarantino a Pablo Picasso, hanno molto copiato e citato. È strano come le cose che mi piacciono di più sono quelle che me ne ricordano altre”.Anche su Sanremo ha le idee chiare: “Da concorrente non andrò mai in gara al Festival. In generale non farò mai una gara canora e non so come mai quest’anno sia uscito il mio nome”. Poi si dice favorevole all’uso del playback, come già fatto in passato, in particolare per tutelare gli interpreti più “deboli”. “E’ il Festival della canzone italiana – è la posizione di Paradiso – o siamo a The Voice e valutiamo l’interpretazione o valutiamo il brano. La musica va fatta dal vivo, ma magari arriva il ragazzino e viene ucciso dall’odio dei social perché stona”.