Il 30 novembre 1982 veniva pubblicato il sesto album registrato in studio da Michael Jackson. Diventerà nel corso del tempo il disco più venduto della storia della musica. La tracklist si compone di nove brani, “Wanna Be Startin’ Somethin'”, “Baby Be Mine”, “The Girl is Mine”, “Thriller”, “Beat It”, “Billie Jean”, “Human Nature”, “PYT” e “The Lady in my Life”.
La title track, composta da Rod Temperton e prodotta da Quincy Jones, uscì come settimo singolo estratto dall’album il 12 novembre 1983 nel mondo e il 23 gennaio 1984 negli Stati Uniti. “Thriller” raggiunse la quarta posizione della classifica di vendita statunitense. Ma, per un motivo che esula dalla sua qualità musicale, è una canzone che si è ritagliata un capitolo tutto suo nella storia della musica pop.
La canzone “Thriller” entra nella storia il 2 dicembre 1983, quel giorno infatti fece il suo debutto su MTV, che per primo lo trasmise, il suo videoclip. Un video rivoluzionario: fino ad allora, i video musicali venivano realizzati assemblando tra loro immagini e fotografie, come in una sorta di collage. Spesso erano riprese in studio che immortalavano gli artisti mentre suonavano i loro pezzi. Con il video di “Thriller”, l’allora 25enne Michael Jackson – non ancora diventato monarca assoluto del pop – provò ad alzare un po’ l’asticella, realizzando un video pensato come fosse un piccolo film. Della lunghezza di oltre tredici minuti.
l video di “Thriller” è infatti un cortometraggio horror ispirato al film “Un lupo mannaro americano a Londra” di John Landis nel 1981, che Jackson aveva visto, rimanendone entusiasta, al cinema, la clip fu diretta dallo stesso Landis, che scrisse la sceneggiatura insieme a Michael Jackson. Il video ha per protagonista lo stesso cantante e la modella-attrice (e già coniglietta di Playboy) Ola Ray, ha inizio con i due ragazzi seduti in un cinema mentre guardano un film spaventosissimo in cui compaiono proprio loro due. È notte e Michael e Ola fanno quattro passi: ad un certo punto, Michael dichiara il suo amore alla ragazza e le dà un anello. Poi, però, le dice di non essere “come gli altri ragazzi”. Ola non capisce: e quando spunta la luna piena, Jackson si trasforma in un gatto mannaro…
…la ragazza scappa, il mostro la rincorre. E alla fine della corsa la aggredisce. Ma è tutto un film, appunto. Ola esce dalla sala, è terrorizzata da quelle scene, Michael la segue. I due cominciano a camminare fuori dal cinema e passano davanti ad un cimitero, dove dalle tombe cominciano a risvegliarsi tutti i morti. I ragazzi non se ne accorgono, almeno fino a quando non si ritrovano circondati dagli zombie: Michael si gira di spalle e quando poi si rivolta a guardare Ola, anche lui è uno zombie (e si mette a ballare insieme agli altri morti viventi). Alla fine del video, però, scopriamo che è tutto un sogno della ragazza, che si era appisolata sul divano di Michael: “Andiamo, ti riporto a casa”, le dice lui, prima di voltarsi verso la telecamera con gli occhi da gatto mannaro. Ne fu fatta anche una versione più breve.Per realizzare il videoclip di “Thriller”, Michael Jackson dovette fare i conti con le resistenze della sua casa discografica, la Epic Records: il video uscì a distanza di praticamente un anno dalla pubblicazione dell’omonimo disco. E per i discografici della Epic Records non era fondamentale realizzare un video così costoso – 500.000 dollari – per il settimo singolo estratto da un disco. Per la realizzazione della clip furono coinvolti grandi professionisti, oltre al regista John Landis: per le coreografie fu arruolato Michael Peters, per il trucco Rick Baker. E compare, in qualità di voce narrante, anche Vincent Price, popolare attore americano, icona del cinema horror degli anni Cinquanta e Sessanta. Ne fu fatta una versione anche con i Lego.