Dopo la condanna del marzo 2015, che aveva decretato la violazione, da parte degli autori Robin Thicke e Pharrell Williams, del copyright relativo al brano di Marvin Gaye “Got To Give It Up” (1977) con la canzone campionessa d’incassi “Blurred Lines” (2013), arriva la seconda stoccata per il duo, che attraverso la Corte d’Appello del Nono Circuito Federale degli Stati Uniti conferma il verdetto di tre anni fa e, quindi, il plagio, dopo che gli artisti vi si erano appellati. Prima di fare ricorso, Thicke e Williams avevano chiesto che venisse aperto un nuovo processo, lamentando “una cascata di errori legali”, ma fu loro negato dal giudice.
Con la conferma del plagio, la Corte non ha fatto alcun passo indietro nemmeno sulla pena pecuniaria stabilita nel 2015 (circa 5.3 milioni di dollari e royalities al 50% per la famiglia Gaye), ribadita “appropriata”. Questa la motivazione del giudice Smith:
Lungi dal preannunciare la fine della creatività musicale così come la conosciamo, la nostra decisione, anche se interpretata in senso ampio, si legge in modo più accurato come una ammonizione per futuri avvocati d’accusa che desiderino massimizzare le loro probabilità di successo.
Tra gli autori, figura anche il nome del rapper T.I., il quale, però, insieme alle etichette UMG, Interscope e Star Trak Entertainment, non era stato ritenuto colpevole allora e non lo è stato adesso, dal momento che il suo contributo era confinato alla sola parte rap del brano.
“Blurred Lines” è uscita nel marzo 2013 come singolo, prodotto da Pharrell Williams, estratto dall’eponimo album di Robin Thicke. Il brano fu il più grande successo mai raggiunto fino a quel momento dal cantautore californiano, ma – come vi avevamo raccontato qui – i guai che portò al suo (co-)autore non si limitarono all’ambito legale.