Negli ultimi giorni Patti Smith ha celebrato il rapporto che ha con l’Italia ormai da anni attraverso alcune dirette Instagram che l’hanno vista cantare – accompagnata da sua figlia Jesse Paris – per i fan italiani e mandare messaggi di sostegno al nostro paese. Ora in un’intervista a “La Stampa”, firmata da Piero Negri e pubblicata oggi, la Sacerdotessa del rock approfondisce il legame con l’Italia e dice la sua anche sull’emergenza epidemiologica da coronavirus che si è ormai diffusa in tutto il mondo.
Patti Smith racconta che in questo periodo sta leggendo libri di storia, per cercare nel passato gli strumenti per analizzare il presente:
“Nell’epidemia di Spagnola, nel 1918, morì anche mio nonno. Cerco di saperne di più. E poi, come ha reagito l’Europa alle due guerre mondiali? Cosa sta accadendo in Siria oggi? La storia più remota e quella vicina a noi. Mi è molto utile. Poi sono fortunata, ho un posto in cui vivere, il cubo non mi manca, ho l’acqua corrente. Lo dobbiamo sempre ricordare, ci sono moltissime persone che hanno una vita più difficile della nostra”.
La cantautrice, che sta trascorrendo la quarantena nel suo appartamento di New York, spende poi alcune parole molto dure nei confronti del presidente statunitense Donald Trump:
“Lo spero, anche se poi vedo che al presidente degli Stati Uniti tutto questo non importa. E mentre scoppia una pandemia, lui fa passare leggi che favoriscono chi inquina e libera alle speculazioni spazi finora protetti. Vivo in un Paese guidato da un uomo che non vede la necessità di un cambiamento positivo nei rapporti con l’ambiente. Spero solo che non tutti i leader siano così stupidi. Abbiamo bisogno tutti di un cambiamento rivoluzionario, di essere meno materialisti, più empatici, più francescani, direi”.
Negli scorsi mesi Patti Smith aveva annunciato alcuni concerti in programma in Italia la prossima estate. Gli appuntamenti, per ora, non sono stati ancora cancellati, ma non è escluso che saltino e a tal proposito la cantautrice riflette:
“Prima o poi, tornerò in Italia. Appena sarà possibile volare. Verrò sempre in Italia, anche quando sarò molto molto vecchia. È uno dei miei Paesi preferiti, mi piacciono tanto le persone e naturalmente l’arte, tutto, le strade, come si mangia, il caffè. Voglio rivedere l”Ultima Cena’, bere il vostro caffè, andare alla Scala, visitare le chiese di Assisi, tornare a Trieste, Arezzo, San Severino, Firenze, in tutti i posti che amo. L’Italia la sento un po’ mia”.