Secondo lo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports condotto dalla Queen Mary University di Londra. negli ultimi 70 anni le melodie delle canzoni sono diventate sempre più semplici: la loro complessità si è ridotta soprattutto intorno al 1975, con l’avvento di nuovi generi come la discomusic e l’arena rock e successivamente con l’esplosione dell’hip hop e della musica digitale.
I ricercatori Madeline Hamilton e Marcus Pearce hanno condotto la ricerca esaminando le melodie più importanti (solitamente quelle vocali) delle canzoni di maggior successo, quelle che tra il 1950 e il 2022 hanno raggiunto la top five delle classifiche statunitensi stilate a fine anno da Billboard.
Alla fine dell’analisi è risultato che la complessità dei ritmi delle canzoni e degli arrangiamenti è diminuita nell’arco degli ultimi 70 anni, mentre è aumentata la complessità di altri elementi musicali come il numero medio di note suonate al secondo.
Il lavoro svolto di due ricercatori britannici identifica che i momenti focali in cui le cose sono cambiate in modo evidente sono stati nel 1975 e nel 2000, e in misura minore nel 1996.
Gli studiosi ipotizzano che i cambiamenti melodici avvenuti nel 1975 possano riflettere l’avvento di generi come la new wave, la disco e l’arena rock. Quelli avvenuti nel 1996 e nel 2000 potrebbero corrispondere invece all’ascesa dell’hip-hop o all’incremento nell’uso di workstation audio digitali, che hanno consentito la riproduzione ripetuta di audio in loop.
Inoltre, secondo quanto emerge dallo studio, la maggiore disponibilità di strumenti digitali permette di esprimere la complessità musicale attraverso la qualità del suono piuttosto che attraverso la melodia.