Harry Styles viene spesso paragonato a Mick Jagger: alla popstar si riconosce una spavalderia sul palco, scelte di moda e carisma che in molti sentono in qualche modo legati o ispirati alla leggenda dei Rolling Stones. Jagger, però, non sembra essere d’accordo. E al Sunday Times ha spiegato: “Mi piace Harry, abbiamo un bel rapporto. Io mi truccavo gli occhi molto più di lui. Dai, ero molto più androgino. E non ha una voce come la mia né si muove sul palco come me. Ha solo una somiglianza superficiale con il mio io più giovane, il che va bene, non può farne a meno”. Si sa: i parallelismi sono sempre campi minati. Jagger non sembra affermarlo con cattiveria, ma ci tiene a prendere le distanze da paragoni che non lo convincono. Styles ha appena pubblicato il suo terzo album in studio, “Harry’s House”, il 20 maggio. Non ce ne voglia il leader dei Rolling Stones, ma se l’ex One Direction ricorda qualcuno forse quel qualcuno è Robbie Williams, per quella capacità di archiviare anche piuttosto rapidamente un passato ingombrante per costruirsi una carriera solida, ma soprattutto per quell’attitudine da entertainer pop. I pezzi di “Harry’s house”, a partire dal singolo che lo ha anticipato, “As it was”, confermano le buone impressioni che ci eravamo fatte di lui ascoltando “Sign of the times” e gli altri brani del primo album, ma anche “Watermelong sugar”, “Treat people with kindness” e le hit di “Fine line”. Non c’è nulla di fuori posto e infatti Styles, in questo momento, è uno degli artisti maggiormente sotto i riflettori.