Categoria: RSD News

Lui, che in curriculum vanta collaborazioni con gente come Prodigy e Death in Vegas, che prima dello scoccare del millennio contribuirono a far diventare l’elettronica un fenomeno di massa – abbattendo parzialmente la battiera che separava strumenti acustici da campionatori e affini, dopo tutto continia a pensarla alla vecchia maniera: a colloquio con Bryce Segall di CoS, Liam Gallagher ha sostenuto una posizione molto conservatrice riguardo il rock and roll, sintetizzabile in un poche parole. O si fa con la chitarra, o niente. E poco importa se qualcuno ha provato a percorrere vie diverse.

“Skrillex? Lo conosco di nome, non ho mai sentito niente di suo”, ha spiegato il frontman pronto a debuttare da solista sulla lunga distanza con “As You Were”: “Non è che smani di fare roba come la sua”.

“Oggi come oggi è pieno di cosidette rock band che si tengono la chitarra al collo come fosse un pezzo di bigiotteria”, ha proseguito il cantante: “Attacca quella stronza e tira su il volume. E il cantante deve lamentarsi se le chitarre non fanno troppo casino. A suonare tranquilli non si aiuta nessun cantante”.

“E’ vero, ho messo un mucchio di chitarre sul mio disco, ma il rock è sempre stato nelle mie corde. Di solito quando citi il rock and roll la gente ti dice: ‘Cosa? Quella merda di cinquant’anni fa?’. Ma mi ha sempre accompagnato, e io non l’ho mai abbandonato”.

Cosa consigliare, quindi, alle giovani generazioni? “Imparate a suonare quelle cazzo di chitarre. E lasciata perdere il computer: non si può fare rock and roll con un laptop”.