I responsabili del penitenziario di New York dove è detenuto Mark David Chapman, l’uomo che l’8 dicembre del 1980 assassinò l’ex Beatle John Lennon, hanno diffuso il testo delle dichiarazioni rilasciate dall’oggi sessantatreenne di Fort Worth, Texas, alla commissione per la libertà vigilata lo scorso 22 agosto, quando gli fu negata per la decima volta consecutiva la liberazione condizionale.
“Ogni anno che passa provo sempre più vergogna per quello che ho fatto”, ha dichiarato Chapman: “Trent’anni fa non potrei dire di aver provato vergogna: oggi, invece, la conosco molto bene. La vergogna è dove vai a nasconderti, anche se non vuoi, per non chiederti niente. Me l’hanno insegnato il Signore, il tempo, la mia età, la maturità. Oggi sono molto dispiaciuto per il crimine che ho commesso”.
La commissione per la libertà vigilata ha tuttavia ritenuto le dichiarazioni di Chapman incompatibili con le modalità di applicazione dei benefici di legge, ritenendolo ancora potenzialmente pericoloso: “Ha dichiarato di aver pianificato con cura un omidicio per nessuna ragione se non quella di raggiungere la notorietà”, si legge nelle motivazioni con le quali la commissione ha respinto l’istanza di Chapman, “Il fatto che lei abbia scelto la sua vittima senza considerare il dolore e la sofferenza che avrebbe causato alla sua famiglia, ai suoi amici e a molti altri, dimostra un freddo disprezzo per la santità della vita umana e per il dolore degli altri. Cosa che, per questa commissione, resta un motivo di preoccupazione”.
Chapman ha già fatto richiesta di liberta vigilata dieci volte, da quando i termini di legge americani gli hanno permesso di inoltrare questa richiesta alle autorità penitenziarie: la prossima istanza per l’applicazione di una pena alternativa potrà essere presentata dal detenuto nel 2020.