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Va bene lavorare gratis, ma pagare per lavorare – sopratutto se si vendono milioni di dischi in tutto il mondo – no. E date le polemiche che hanno accompagnato l’organizzazione del prossimo half time, evento musicale di risonanza mondiale ospitato dalla finale del campionato NFL americano – meglio conosciuta come SuperBowl – la California gurl per antonomasia ci ha tenuto a mettere le cose in chiaro.

Un breve riepilogo, per chi si fosse perso le puntate precendenti: la National Football Leage, consapevole dell’appeal che un evento del genere, seguito in media da oltre 110 milioni di persone nei soli USA, per il 2015 aveva ventilato di offrire lo spazio non all’artista più meritevole – almeno a giudizione del comitato organizzatore – ma al miglior offerente tra una ristretta cerchia di selezionati, quasi considerando l’esibizione uno spazio pubblicitario da vendere a peso d’oro. I mugugni, da parte della comunità musicale a stelle e strisce e non solo, non tardarono ad arrivare, ma la NFL, pubblicamente, decise di non fare marcia indietro. Poi, lo scorso mese di ottobre, il grande annuncio dell’ospite musicale, cioè Katy Perry, che per l’occasione sarà accompagnata sul palco da Lenny Kravitz.

Il dubbio ai più, tuttavia, è rimasto: possibile che una delle voci più in vista sul panorama mainstream americano si sia ridotta a pagare per una seppur prestigiosa apparizione? “Ho seguito la cosa fin dalle prime battute”, ha spiegato la stessa cantante all’Associated Press: “Gli ho detto: ‘Signori, questa è la linea che ho tracciato’. Voglio essere invitata per i miei meriti, e non perché qualcuno vi abbia allungato dei soldi. E non mi interessa che il contratto stipulato per questa apparizione possa venire reso pubblico, perché non ho nulla da nascondere”.

La cantante ha offerto in anteprima qualche dettaglio circa la sua esibizione, che durerà in tutto dodici minuti e includerà l’impiego di due scenografie completamente diverse: “Il tutto riguarderà la presa di coscienza delle donne e il sollevamento dello spirito del pubblico”, ha spiegato lei, “Le persone si rispecchiano in canzoni come ‘Roar’ e ‘Firework’, quindi, probabilmente, chi meglio di me avrebbero potuto chiamare? Spero di comunicare queste cose durante la mia performance”.