Il prossimo 21 ottobre il guru della musica elettronica Jean-Michel Jarre pubblicherà “Oxymore”, il suo ventiduesimo album. Un disco concepito come un’opera immersiva multicanale e binaurale 3D. Il suono binaurale multicanale rivoluzionerà il modo in cui la musica viene composta, miscelata e prodotta, posizionando suoni e trame nello spazio a 360 gradi e potrà facilmente essere sperimentato da qualsiasi ascoltatore con le cuffie.
“Oxymore” è il primo album pensato per un pubblico che abbraccia questa tecnologia, spingendo il futuro dell’audio e del suono verso un nuovo livello. Parte del progetto sarà anche “Oxyville”, mondo in realtà virtuale che accompagnerà l’uscita dell’album e renderà l’esperienza completamente tridimensionale ed immersiva.
Così racconta “Oxyville” il 73enne musicista francese: “’Oxyville’ sarà una città virtuale della musica e in futuro inviterò altri artisti a farne parte, oltre a tenere masterclass e altri eventi. Voglio che diventi una sorta di sandbox per vivere nuove esperienze musicali”.
Jarre non è estraneo all’innovazione quando si tratta di VR e metaverso: durante la vigilia di Capodanno del 2021, per esempio, ha tenuto un concerto in live streaming ambientato in una virtuale Notre-Dame de Paris. La rivista Pollstar ha affermato che il livestream ha attirato un pubblico di oltre 75 milioni di spettatori da tutto il mondo divisi tra varie piattaforme, televisione e VR.
Durante il processo creativo di “Oxymore”, Jarre ha eseguito una prima versione dal vivo della composizione in audio spaziale fisico a 360° come anteprima mondiale esclusiva, all’interno delle mura della Maison de la Radio a Parigi.
Ai pochi fortunati e puristi della ‘musique concrete’ che hanno potuto partecipare, è stato chiesto di chiudere gli occhi e di immergersi completamente nella musica: “Oxymore” è stato accolto come un’oeuvre majeure – un’opera fondamentale – nel repertorio di Jarre. Il concerto è stato offerto anche in social VR in tempo reale. Kent Bye del podcast “Voices of VR” ha affermato, “Oxymore è probabilmente circa 4-5 anni avanti rispetto a Meta”.