Mentre i cosiddetti passaporti vaccinali cercano a tentoni di essere sviluppati individualmente da alcuni singoli paesi del nostro continente come Repubblica Ceca, Cipro, Danimarca, Svezia e Polonia, avanza concretamente l’ipotesi di un piano europeo che, sulla scorta del green pass israeliano, concretizzi la creazione di un passaporto vaccinale europeo. Potenzialmente, una grande notizia per il mondo dei concerti, oltre che per il turismo in senso lato.
Come suggerito dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, il certificato sarebbe rilasciato a tutti i cittadini europei vaccinati o immuni dal covid 19. La realizzazione del progetto passa per la connessione tra i dati ufficiali dei singoli stati e, secondo indiscrezioni che anticipano una riunione cruciale sul tema in programma domani, 17 marzo, potrebbe diventare realtà in un arco di tre mesi.
A margine è arrivata una sorta di pre-conferma informale da parte di Ylva Johansson, commissario per gli affari interni dell’Unione Europea, che ha dichiarato a Euronews che gli europei vaccinati con uno qualsiasi dei quattro antidoti finora approvati (quelli prodotti da Pfizer/BioNTech, AstraZeneca, Moderna e Johnson & Johnson) avrebbero diritto agli speciali passaporti.
La decisione sui passaporti vaccinali potrebbe rappresentare una svolta per il comparto del live, non solo sotto il profilo dell’accesso del pubblico (in Israele il green pass ha riattivato l’ingresso agli eventi di 1.500 spettatori simultanei) ma anche sul piano dei tour, che a quel punto sarebbero resi nuovamente possibili tra i confini dei singoli stati.
Quanto peseranno le obiezioni al progetto relative alla privacy resta da vedere.