“Listen without prejudice”, come si intitolava un album di George Michael. È uno slogan perfetto per raccontare “Un verano sin ti”, l’ultimo album di Bad Bunny, rarissimo caso di progetto di musica latina che riesce a mettere d’accordo il pubblico e la critica.
È uscito a maggio, sei mesi fa, e finora è l’album più ascoltato del 2022 su Spotify. Finora, certo, ma probabilmente anche in senso assoluto: difficile che in meno di un mese altri dischi riescano a superare il traguardo dei 10 miliardi di streams complessivi. Sì, avete letto bene: dieci miliardi. “Quando ho iniziato, non avevo una fan base globale. Sono grato per tutto ciò che ho realizzato e per tutto ciò che ho vissuto. Il movimento della musica latina è cresciuto davvero tanto. Non mi prenderei mai tutto il merito, che è di ognuno di noi. La nostra energia e la nostra presenza si sentono sempre”, ha detto il 28enne cantante portoricano ad Apple Music, che l’ha nominato artista dell’anno. Nei listoni di fine anno redatti dalle principali testate internazionali, specializzate e no, “Un verano sin ti” rischia di fare incetta di #1: tra i primi a nominare l’album di Bad Bunny “miglior disco dell’anno” è stato il Time, che l’ha preferito a – tra gli altri – “Reinassance” di beyoncé, “Mr. Morale & The Big Steppers” di Kendrick Lamar e a “Motomami” di Rosalía, altro disco legato a doppio filo al latin pop che la critica quest’anno ha incensato. “Un progetto eccezionale che sfida le etichette di genere, intergenerazionale e rivoluzionario”, ha scritto la prestigiosa rivista britannica giustificando la sua scelta.
Che Bad Bunny fosse destinato a diventare un reuccio del latin pop contemporaneo lo si era intuito già ascoltando i suoi dischi precedenti e osservandone il successo, tra pioggia di Dischi d’oro, di platino e di diamante, e non solo nei paesi dell’America latina, e record su record sulle piattaforme di streaming.Al di là dei numeri da capogiro, però, Bad Bunny ha dato vita a un cambiamento fenomenale nel pop globale degli ultimi anni. Con “Un verano sin ti” Benito Antonio Martínez Ocasio, cresciuto nel quartiere Almirante Sur di Vega Baja, in Porto Rico, figlio di un padre camionista e di una madre insegnante, diventato una promessa della scena latina quando su SoundCloud i suoi pezzi hanno cominciato a macinare ascolti su ascolti, ha permesso alla sua musica di spazzare via ogni pregiudizio: lo ha fatto riscoprendo e valorizzando la tradizione musicale nella quale e con la quale è cresciuto, celebrando le sue radici. Esattamente la stessa operazione fatta da Rosalía con il suo ultimo disco. “Continuo a fare musica da qui per tutto il mondo. Ci sono molti fan sparsi per il mondo che non possono venire a visitare Porto Rico o i Caraibi. Io voglio farli sentire vicini a tutto questo. L’intero album è come una specie di viaggio nella realtà virtuale: chi lo ascolta ha la sensazione di essere in spiaggia con noi”, ha detto ad Apple Music.