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Il Ministro della Cultura britannico Matt Hancock si è impegnato a convocare entro il prossimo Natale un tavolo che coinvolga tutte le parti in causa per discutere di secondary ticketing: l’orientamente è emerso durante la valutazione della proprosta di Nigel Adams, il parlamentare conservatore che alla fine dello scorso ottobre aveva presentato una proposta di legge per far diventare reato penale l’utilizzo di bot, le applicazioni informatiche per l’automatizzazione degli acquisti di tagliandi online. L’istanza, presentata come emendamento alla legge sull’economia digitale, è stata giudicata inadatta perché tutto sommato anticipata da un comma presente nel Computer Misuse Act del 1990, provvedimento però abbondantemente superato che i lavori del parlamento mirerebbero ad attualizzare: Adams, di fronte alla proposta di Hancock, si è così impegnato a ritirare il disegno di legge.

Il destino della battaglia inglese contro il ticket touting, il bagarinaggio, è ancora però tutto da scrivere: il tavolo immaginato da Hancock coinvolgerebbe tutta la filiera interessata dal fenomeno, inclusi attori importanti come StubHub, piattaforma di secondary ticketing controllata dal gigante dell’e-commerce eBay che si era detta pronta ad appoggiare la proposta di Adams contro l’utilizzo dei bot.

Il livello di tolleranza nei confronti del fenomeno, presso la comunità artistica inglese, si sta tuttavia erodendo rapidamente. La dimostrazione più lampante la si è avuta lo scorso 2 novembre, quando i Bastille sono stati premiati nella categoria Breakthrough Act ai Q Awards, iniziativa sponsorizzata proprio da StubHub. Nel ritirare il riconoscimento il frontman della band Dan Smith, pur non citando mai il nome dei main sponsor, non le ha certo mandate a dire: “La speculazione sulla compravendita dei biglietti è una stronzata. E’ una merda per i fan ed è un vera merda per i gruppi”.