Slowhand è stato intervistato da Billboard in vista della pubblicazione – il prossimo venerdì 20 maggio – di “I still do”, nuova prova in studio che accosta a opere originali di Eric Clapton – come “Spiral” – a brani di firme illustri come Bob Dylan e Robert Johnson, oltre che dell’amico scomparso J.J. Cale, del quale il chitarrista britannico ha riletto l’inedito “Can’t Let You Do It” e “Somebody’s Knockin'”. Durante la chiacchierata con i cronisti della testata californiana, l’ex Cream ha dichiarato una insospettata ammirazione per Justin Bieber, idolo delle sue figlie, tutte di età compresa tra gli 11 e i 14 anni
“Non ero proprio contento sentirle parlare di lui, almeno finché non ho sentito la sua musica: ci ho sentito della sostanza, dopotutto”
L’ideale successore di “The Breeze: An Appreciation of JJ Cale” del 2014 si chiude con “I’ll Be Seeing You”, brano scritto nel 1938 da Sammy Fain e Irving Kahal e divenuto un vero e propro standard grazie alle interpretazioni di, tra gli altri, Billie Holiday, Bing Crosby, Frank Sinatra, Liza Minnelli, Michael Bublé, Mina (che la inserì in “12 – American Song Book” del 2012) e Françoise Hardy, per il duetto con Iggy Pop sull’album “Jazz a Saint-Germain” del ’98:
“[‘I’ll Be Seeing You’] è una di quelle cose che mi ossessiona da sempre: amo quella canzone e amo quello che esprime. Se questo dovesse essere il mio ultimo disco, è così che mi sento. E’ un po’ come se stessi salutando: però lo farò ancora per un po’…”