È morto Ryuichi Sakamoto, il grande musitista e compositore giapponese che nel 1988 vinse il Premio Oscar grazie alla colonna sonora del film “L’ultimo imperatore” di Bernardo Bertolucci, che realizzò con David Byrne e Cong Su. Aveva 71 anni. A riportare la notizia della sua scomparsa sono state per prime le agenzie di stampa giapponesi. L’entourage ha confermato la notizia condividendo un post sui canali social ufficiali di Sakamoto, che riporta solamente la data di nascita e la data di morte del musicista, avvenuta sei giorni fa, lo scorso 28 marzo.La scorsa estate Ryuichi Sakamoto – che nel 2014 aveva già superato un tumore alla gola e un cancro rettale – aveva fatto sapere di essere affetto da un tumore a entrambi i polmoni, giunto al quarto stadio, con scarse possibilità di debellarlo. Tra i suoi brani più noti, “Forbidden colours”, parte della colonna sonora del film di Nagisa Ōshima “Furyo (Merry Christmas, Mr. Lawrence)”.Ryuichi Sakamoto inizia a studiare composizione ancora giovanissimo, presso l’Università Nazionale di Belle Arti e Musica di Tokyo, diplomandosi e specializzandosi in musica elettronica e world music.
Nel 1978 fonda la Yellow Magic Orchestra, con la quale si impone nell’allora nascente scena technopop. Nel 1983 arriva la sua prima colonna sonora, composta in occasione del film “Merry Christmas Mr. Lawrence”, pellicola in cui è anche coinvolto come attore al fianco di David Bowie. Una vera e propria messe di premi, tra cui l’Oscar, festeggia la sua colonna sonora composta per il film “L’ultimo imperatore” di Bernardo Bertolucci (con il regista italiano Sakamoto dà vita ad un fruttuoso sodalizio, che prosegue anche con “Il té nel deserto” e “Il piccolo Buddha”).
Tra le altre colonne sonore da lui firmate vanno ricordate “Tacchi a spillo” di Pedro Almodovar, “Snake eyes” di Brian De Palma e “Love is the devil” di John Maybury, ispirata alla vita e all’opera del pittore Francis Bacon, oltre alla recentissima “Seta” (2007). Da non dimenticare, naturalmente, sono anche i suoi album solisti composti sul versante per così dire pop, e che lo confermano artista raffinato e curioso, come succede in “Beauty” e “Heartbeat”