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B.B. King, il leggendario chitarrista blues, è morto nella sua abitazione di Las Vegas. Aveva 89 anni e da tempo aveva grossi problemi di salute – fra cui una forma di diabete per la quale era stato ricoverato già due volte negli ultimi mesi.

La notizia è stata data dal suo rappresentante legale, Brent Bryson, che ha comunicato che il musicista è deceduto nel sonno, pacificamente

Universalmente considerato uno dei più grandi chitarristi di tutti i tempi, titolare di uno stile unico, King è stato alfiere del blues elettrico, consegnando alla leggenda la “sua” Gibson ES-335 nera, Lucille, che nell’iconografia rock l’ha sempre accompagnato. La sua carriera iniziò la sua carriera alla RPM Records sotto la guida del produttore Sam Phillips, che poi avrebbe fondato la Sun Records: risale al ’62 il passaggio alla ABC-Paramount, che poi sarebbe stata assorbita dalla MCA poi trasformatasi nella Geffen Records, rimasta sua etichetta fino alla fine della sua carriera.

Tanti, anzi tantissimi, i dischi registrati: tra gli oltre quaranta titoli spediti sul mercato tra il debutto – “Singin’ the blues” del ’57 – e la sua ultima prova in studio, “One kind favor” del 2008, spicca “Riding with the King” del 2000, realizzato in combutta con un altro colosso della sei corde blues, Eric Clapton, che si spinse fino alla terza posizione nelle chart USA. Come dimenticare, poi, “Deuces wild” – il disco del 1997 in cui il Re ha incluso 17 brani, ognuno dei quali suonato con un famoso collega (fra i nomi della partita spiccano Van Morrison, Eric Clapton, i Rolling Stones, Joe Cocker e persino il nostrano Zucchero).

Ancora più impressionante della sua attività in studio è stata quella sua palchi: King era una stakanovista del live e la leggenda narra che in epoca pre-fama, nel 1956, l’artista sia salito sui palchi per 356 volte in un anno. Al di là dei primati, la sua instancabile determinazione nel portare le dodici battute sui palchi lo portò in ogni caso a tenere un ritmo da oltre cento concerti l’anno anche in età avanzata, e nonostante i primi problemi di salute, che iniziarono a colpirlo già nel primo decennio degli anni Duemila.

Nel 2006 disse che non sarebbe più venuto in Europa, su ordine del proprio medico, per poi tornare – tre anni dopo – a Umbria Jazz, esibizione italiana alla quale seguirono quelle al Lucca Summer Festival nel 2011, e Pistoia e Milano nel 2012: e anche nel 2015 il Re del blues sarebbe tornato a farci visita, il 4 luglio, all’Hydrogen Festival di Piazzola sul Brenta. Nonostante qualche piccolo incidente di percorso che talvolta lo costringeva a cancellare qualche data del suo tour perenne – successe, l’ultima volta, lo scorso mese di ottobre – B.B, King tenne fede fino alla fine a quello che da sempre è il suo motto, adottato da molti – Rolling Stones in testa: “Mi ritirerò quando sarò morto”