Categoria: RSD News

Figura di capitale importanza nella storia – artistica e non – della tribolata star britannica scomparsa nel 2011 ma estremamente controversa (tanto da essere considerato, da parte di una discreta fetta di fan, causa prima della sventura della voce di “Rehab”), l’ex marito di Amy Winehouse Blake Fielder-Civil si è scagliato contro il progetto – già avallato dalla famiglia della cantante e dai responsabili della fondazione a esse intitolata, ma contestato dai fan – che porterà sui palchi nel corso del 2019 l’ologramma della star di “Love Is a Losing Game”.

“Saranno solo vecchi filmati, perché non potrà esserci nulla di nuovo. Non ci saranno interazioni”, ha spiegato Fielder-Civil nel corso della trasmissione televisiva Good Morning Britain: “Sono un po’ preoccupato di quello che la gente vedrà: gli spettatori devono essere avvertiti. Devono sapere che non ci sarà alcun elemento umano in tutto questo. Per quello che penso, guardare un ologramma non è diverso che guardare un video. Quelli che vogliono vedere Amy su un palco sappiano che l’occasione di farlo se n’è andata e non tornerà più”.

Fielder-Civil ha poi ammesso di aver “monetizzato” la sua relazione con la Winehouse venendo interviste ai media (“Anche se il termine ‘monetizzare’ non è del tutto corretto”, ha precisato lui: ‘L’avrei fatto anche gratis”), chiarendo il rapporto che la coppia aveva con le sostanze stupefacenti: “La faccenda della droga è una cosa che mi è stata attribuita per anni”, ha spiegato l’uomo, “Io e Amy abbiamo usato droghe solo per sei mesi, quando non eravamo ancora sposati. Prima non usavamo stupefacenti [inteso come droghe pesanti]: lei fumava cannabis. Io mi sono fatto di eroina quattro o cinque volte. Non voglio più essere indicato come unico responsabile. Anzi, credo di essere stato l’unico a essersi assunto le proprie responsabilità”.