Contende alla Gibson Les Paul il titolo di solid body più popolare della storia, e negli anni l’abbiamo vista fare di tutto: macinare granitici riff heavy metal, cavalcare i groove incalzanti della disco music, brillare sugli assoli che hanno cambiato la storia del rock e persino andare a fuoco, tra le mani di chi ha saputo usarla come traghetto tra il rock primigenio di Buddy Holly e Ritchie Valens e la musica che ascoltiamo oggi.
La Fender Stratocaster, più che una chitarra, è un simbolo. Ma anche una compagna di viaggio, che da quel 10 aprile del 1956 – il giorno di deposito presso l’ufficio brevetti americano da parte del suo creatore, Leo Fender – non ha mai smesso di accompagnare per mano il rock. Perché il suo segreto, in fin dei conti, sta nella versatilità: la Strato magari non avrà un timbro particolare come la Gibson SG, la sua sorella maggiore Telecaster, la Rickenbacker 325 o tanti altri modelli che pure sono apprezzatissimi per una serie di ragioni più che valide, ma è virtualmente capace di tutto. Non a caso è stata la chitarra preferita di tantissimi musicisti fondamentali eppure estremamente diversi tra loro, diventando una sorta di minimo comune denonimatore di ciò che oggi è il rock.