Categoria: RSD News

La scomparsa di David Bowie lascia ovviamente un vuoto incolmabile in tutti i fan e nella comunità musicale, ma il Duca Bianco – consapevole della meravigliosa eredità artistica che avrebbe lasciato – ha pensato proprio a tutto. E, stando a quanto riportato dalla testata “Newsweek”, ha addirittura assemblato e curato, in vista della propria morte, una serie di uscite di carattere antologico che dovranno essere pubblicate nei prossimi anni.
A quanto pare, la prima raccolta è prevista per il 2017 e secondo “Newsweek” i dischi sono stati organizzati dividendo il materiale “in ere” e non saranno necessariamente pubblicati in ordine cronologico (quindi potrebbero non seguire l’evoluzione della musica e della poetica di Bowie nel tempo). Non è ancora dato sapere se i dischi presenteranno anche materiale inedito oppure se si limiteranno a pezzi già noti. Non ci sono speranze, invece, che esca un’autobiografia (o almeno una biografia autorizzata: non ne esiste nessuna) di David Bowie. Se ne parla da tempo, ma non risulta che ci sia niente del genere in arrivo. Nel lontano 1976 il giornalista/regista Cameron Crowe aveva resi noti alcuni testi che avrebbero potuto far parte di una biografia da lui scritta e approvata da Bowie, ma poi aveva fatto sapere che “a dispetto dell’entusiasmo dimostrato da Bowie per il progetto, non c’era modo di mantenere la sua attenzione focalizzata su di esso abbastanza a lungo”.
Si è parlato anni fa di un libro che Bowie aveva accettato di curare per la Penguin Books, che doveva intitolarsi “Bowie: Object” e doveva raccogliere le immagini, commentate dallo stesso Bowie (“The book’s pictorial content is annotated with insightful, witty and personal text written by Bowie himself”), di una parte dello sterminato archivio di memorabilia raccolto dall’artista. L’esistenza del progetto era stata confermata dal sito ufficiale di Bowie. Secondo Victoria Broackes, la curatrice della mostra “David Bowie Is” del Victoria and Albert Museum aperta nel 2013, Bowie ha raccolto in tre enormi capannoni/magazzini una quantità immensa di materiale, parte del quale è frutto di sue riacquisizioni da collezionisti, iniziate al principio degli anni Novanta. Ma Matthew Hutchinson della Penguin ha dichiarato: “Non ci aspettiamo che il libro venga pubblicato” – Bowie non l’ha completato prima della morte, e anzi forse ha abbandonato il progetto “sostituendolo” in un certo senso con la mostra “David Bowie Is”. Vestiti, strumenti, scritti, disegni (anche su foglietti volanti o pacchetti di sigarette), i più svariati oggetti in qualche modo connessi a Bowie, cioè il contenuto dei magazzini di cui sopra, sarebbero oltre 75.000 e sarebbero già catalogati uno per uno in un database: solo una minima parte di essi è finita nella mostra. Fra questi ci sono una foto di David Bowie a dieci mesi d’età, un sassofono di bachelite di marca Grafton che fu regalato a Bowie quando aveva 13 anni e – come disse lo stesso Bowie a Kevin Cann, un collezionista che possiede svariate migliaia di reperti – “ci sono anche i disegni di quando andavo a scuola”.Sempre sul fronte dell’artista di “” è in cantiere un altro progetto musicale: l’uscita delle musiche di “Lazarus“, il musical che Bowie ha curato e di cui è coautore; inoltre, come noto, esistono almeno cinque demo di pezzi nuovissimi che l’artista ha inciso proprio poco tempo prima di soccombere al cancro e che, nei suoi intenti, sarebbero finiti in un nuovo disco: non è ancora chiaro se questo materiale vedrà mai una pubblicazione, ma ovviamente tutti i fan lo sperano, in quanto si tratterebbe – in pratica – dell’ultima testimonianza artistica in assoluto del geniale cantante e autore di origine britannica. E’ previsto anche un reboot di “Labyrinth”, il film fantasy del 1986 in cui Bowie recitò, diretto all’epoca da Jim Henson e con una giovanissima Jennifer Connelly nel cast. La sceneggiatura originale, peraltro, fu firmata da Terry Jones del collettivo Monty Python – mentre George Lucas fu produttore esecutivo della pellicola.
Il reboot sarà gestito da TriStar, che ha già assoldato Nicole Perlman per la sceneggiatura (già co-autrice dello script di “Guardiani della galassia”, del 2014). Non si sa ancora se il nuovo film sarà un remake fedele alla storia originale, oppure se si tratterà di una sorta di sequel: al momento tutto è coperto da uno stretto riserbo.