Oltre a essere osannato dalla critica e apparentemente incensato dai colleghi, l’album “Cowboy Carter” è anche stato un enorme successo di pubblico infrangendo numerosi record, tra cui uno molto significativo: ha reso Beyoncé la prima donna nera ai vertici della classifica country. Eppure tutto ciò non è bastato a ottenere il riconoscimento del gotha del genere: è notizia di poche ore fa, infatti, che l’album non ha ottenuto nessuna nomination ai Country Music Awards, i premi più importanti in quest’ambito.
Tra l’altro si tratta della seconda volta che le aspettative di Beyoncé e del suo staff vengono disattese proprio dai CMA: è cosa nota, infatti, che l’idea di registrare un album country è la diretta reazione a un episodio del 2016, quando fu invitata a esibirsi alla serata di premiazione degli Awards ma fu sommersa dalle critiche dei fan del country, che non la ritenevano meritevole di partecipare all’evento, in quanto considerata troppo crossover. Oltretutto, il rifiuto di quest’anno è ancora più clamoroso alla luce del fatto che tra i nominati del 2024 ci sono anche Post Malone, non certo un purista, e Shaboozey, un performer nero e di origini nigeriane, lanciato tra l’altro dalla stessa Beyoncé.
Nelle ultime ore, la Country Music Association (che organizza e assegna i CMA) è stata travolta dalle critiche sui social, come è evidente dai commenti sul post di Instagram in cui vengono annunciate le nomination: le accuse più frequenti sono di razzismo e misoginia. Tuttavia, secondo alcuni osservatori, il motivo per cui è stata platealmente esclusa sarebbe molto più prosaico di quello che si immagina: la cantante avrebbe infatti fatto poca promozione nelle radio e nei canali dedicati alla musica country, causando così una disaffezione nei confronti del prodotto da parte del pubblico di riferimento. Che, sentitosi snobbato, avrebbe quindi snobbato lei.