Ve le ricordate “Sunday Bloody Sunday” e “New Year’s Day”?
Sono solo 2 delle 10 tracce contenute in “War” il terzo album in studio della band di Bono Vox e amici che oggi è inserito nella lista dei 500 migliori album di sempre alla posizione 221.
Questo fu il primo album della band irlandese in cui si notavano l’impegno politico e sociale un cui Bono cantava di stragi e conflitti, delle paranoie nucleari ai disagi giovanili, insomma un manifesto per intere generazioni.
Anche il titolo dell’album era un riferimento chiaro, il cantante aveva affermato che “la guerra sembrava essere il tema del 1982, ovunque guardassi, dalle Falkland al Medio Oriente e al Sud Africa, c’era la guerra”.
Non solo, anche il bassista del gruppo Adam Clayton disse la sua: “Ovunque girassi lo sguardo, c’era qualche conflitto in corso; la tv e i media riferivano di un sacco di sommovimenti sociali, e noi ci concentrammo su questi”.
Il disco si apre con Sunday Bloody Sunday, ispirata dalla strage di civili nord-irlandesi da parte dell’esercito britannico nel 1972 e sulla copertina ritrae il volto di un bambino, all’epoca di 8 anni, fratello di un amico di Bono, il motivo di questa scelta fu specificato dallo stesso frontman:”Invece di mettere carri armati e pistole, abbiamo messo la faccia di un bambino. La guerra può anche essere una cosa mentale, una cosa emotiva. Non deve essere una cosa fisica e basta”.
di Elisa Gardini