“Non lo so. Può succedere di tutto. Mi fanno questa domanda da quando avevo 31 anni”, ha risposto Mick Jagger l’ultima volta che, lo scorso settembre, alla vigilia della (ri)partenza del “No filter tour” negli Usa dei Rolling Stones, gli hanno chiesto cosa avrebbe fatto la band una volta terminata la tournée.La domanda è sempre la stessa, all’indomani della chiusura del “Sixty tour”, la serie di concerti con i quali Mick Jagger e soci hanno festeggiato sui palchi degli stadi europei i sessant’anni di attività degli Stones. La risposta, immaginiamo, pure. Il “Sixty tour” dei Rolling Stones si è chiuso ufficialmente ieri sera al Waldbühne di Berlino, in Germania, dopo quattordici trionfali concerti che hanno visto Mick Jagger, Keith Richards, Ronnie Wood e Steve Jordan, .chiamato a prendere il posto di Charlie Watts dietro la batteria, esibirsi di fronte a più di 700 mila spettatori.
Alla voce “upcoming dates” (“prossimi concerti”), sul sito ufficiale dei Rolling Stones, non compaiono date. I fan della rock band ipotizzano che Jagger e soci possano proseguire il “Sixty tour” nei prossimi mesi, magari tornando ad esibirsi in America Latina (dove mancano dal 2016, l’anno del tour “América Latina Olé”) oppure in Asia e Oceania (dove mancano dai tempi del tour “14 On fire”, correva l’anno 2014).
L’unica certezza, al momento, è l’uscita negli Usa della serie “My life as a Rolling Stone“, quattro episodi ciascuno dedicato a uno dei componenti storici della formazione, Jagger, Richards, Wood e Watts, che saranno trasmessi a partire da domenica 7 agosto dalla piattaforma Epix (per vederli in Italia bisogna aspettare che una piattaforma ne acquisti i diritti).
Gli episodi conterranno materiale d’archivio e racconteranno retroscena sulla storia del gruppo: “60 anni di materiale sono parecchi. Abbiamo creato appositamente un team per selezionare il materiale. Gli Stones sono stati molto collaborativi: ci sono documenti che prima d’ora non si erano mai visti”, ha assicurato in un’intervista a Ultimate Classic Rock il produttore esecutivo del progetto, Steve Condie, esperto di moda, costume e musica degli Anni ’70, che ha spesso analizzato nei suoi lavori come regista, autore e produttore.
C’è poi un altro progetto che tutti stanno aspettando da tanto, troppo tempo: il nuovo album di inediti dei Rolling Stones. L’ultimo, “A bigger bang”, risale al 2005, diciassette anni fa. E la pubblicazione, nel 2020, dell’inedito “Living in a ghost town”, primo brano originale fatto uscire dagli Stones dopo otto anni, ha riacceso le speranze dei fan. Di nuova musica del gruppo è tornato a parlare recentemente anche Keith Richards, che ha detto: “Immagino che una volta finito il tour ci riposeremo un po’ e poi riprenderemo in mano il discorso sulla nuova musica lasciato in sospeso in Giamaica. C’è un bel po’ di grande materiale. Eravamo da qualche parte sulle Blue Mountains, a Port Maria. Abbiamo suonato come se fossimo degli eremiti, uscivamo poco e lavoravamo in continuazione. Ci ritorneremo nei prossimi mesi. Non saprei dire in che modo sarà pubblicata. Spero che per la fine dell’anno ci sia del nuovo materiale registrato”. Non resta che attendere.