Lo scorso 8 aprile è uscita la nuova canzone dei Pink Floyd, “Hey hey rise up”, in supporto al popolo ucraino. Il brano ha segnato la prima nuova musica della leggendaria band britannica dall’album “The Division Bell” del 1994, a cui ha fatto seguito nel 2014 il disco “The Endless River”, contenente per lo più materiale registrato ai tempi delle sessioni del precedente lavoro di studio e pubblicato anche come una sorta di tributo al tastierista Rick Wright, scomparso il 15 settembre 2008.
In un’intervista rilasciata all’edizione statunitense di “Rolling Stone”, David Gilmour ha – tra le altre cose – spiegato come il conflitto in corso in Ucraina abbia ispirato lui e il batterista Nick Mason a pubblicare una nuova canzone a nome Pink Floyd con il desiderio di “fare qualcosa di buono”, offrire supporto e compiere “un passo per l’umanità in mezzo a tutta la disumanità che sta succedendo lì”. Nel corso della chiacchierata con Kory Grow, Gilmour ha anche confermato che il ritorno della formazione inglese con “Hey hey rise up”, accompagnato da un video diretto da Mat Whitecross (con anche immagini di una manifestazione a Milano) e su cui Roger Waters non si è ancora espresso, ha significato “un caso isolato” e non che ci saranno altre novità prossimamente.
La canzone, i cui proventi saranno devoluti a favore dell’Ukraine Humanitarian Relief Fund, ha visto collaborare David Gilmour e Nick Mason con il bassista Guy Pratt, Nitin Sawhney alle tastiere, ed è interpretato da Andriy Khlyvnyuk della band ucraina Boombox. Il brano è stato registrato proprio a partire dalla voce di Andriy, estrapolata da un suo video live condiviso su Instagram in cui lo si vede eseguire a Sofiyskaya Square a Kiev il brano “Oh, The Red Viburnum In The Meadow” scritto da Stepan Charnetskii nel 1914 e tornato popolare in tutto il mondo lo scorso mese in protesa all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
“Ho pensato che questa canzone potesse essere qualcosa per cui usare il nostro gruppo, per un bene enorme”, ha narrato Gilmour a “Rolling Stone” USA: “Così ho chiamato Nick Mason e gli ho detto: ‘Vuoi farne parte?’ E lui ha detto: ‘Sì, fantastico’”. Il chitarrista, che in un’intervista al Guardian ha fatto sapere che “sono i Pink Floyd se ci siamo io e Nick”, ha poi sottolineato per spiegare perché è stato importante pubblicare la canzone a nome della band e non come brano solista: “Ovviamente, per le dimensioni del seguito che abbiamo come Pink Floyd. Quando ho parlato con Nick e lui si è detto disposto a fare il brano come Pink Floyd, mi è sembrato un gioco da ragazzi. Vogliamo diffondere questo messaggio di pace e vogliamo sollevare il morale delle persone che stanno difendendo la loro patria in Ucraina. Quindi, perché no?”.
Nel 2014 David Gilmour aveva scritto indelebilmente la parola “fine” per l’avventura della formazione di “The dark side of the moon”: ai microfoni della BBC il virtuoso delle sei corde aveva parlato dell’ultimo album della band, “The Endless River” e aveva detto: “Be’, Rick Wright se ne è andato.
Questa è l’ultima cosa che pubblicheremo: sono sicuro che questo disco non avrà seguito”. E aveva aggiunto: “È un peccato, ma questa è la fine”. L’invasione russa dell’Ucraina e le conseguenze della guerra devono aver fatto cambiare idea a Gilmour. Ma alla domanda se con “Hey hey rise up” sta prendendo in considerazione l’idea di presentare altra musica e novità come Pink Floyd e in che modo il brano si inserisce nei suoi progetti solisti, David Gilmour ha affermato:.
“Si tratta di un caso isolato per i Pink Floyd. Io lavoro su altre cose per tutto il tempo. Spero di finire un album, prima o poi, e la mia attenzione in questo momento è proprio su questo”.