Il Dolby Theatre di Los Angeles, California, ha ospitato la cerimonia per la consegna dei premi Oscar per il 2015 – i riconoscimenti più prestigiosi per il settore cinematografico negli USA, anche noti come academy Awards. Maestro di cerimonia, a condurre la lunga nottata, è stato l’attore americano Neil Patrick.
I vincitori delle singole categorie vengono selezionati tramite voto di tutti gli iscritti all’Academy: più di 6.000 professionisti del cinema, divisi in 17 settori – uno per ogni diversa disciplina della produzione cinematografica (regia, recitazione, produzione, direzione della fotografia, sceneggiatura…). Non mancano i premi che interessano più da vicino l’universo musicale; in particolare ci riferiamo alle due categorie “Original score” (ovvero “miglior colonna sonora”) e “Original song” (“miglior brano”).
Il premio per la miglior colonna sonora è stato assegnato ad Alexandre Desplat, per la pellicola “Grand Budapest Hotel” , mentre quello per il miglior brano è andato al duo che vede John Roger Stephens alias John Legend insieme a Common, con “Glory” – canzone utilizzata in “Selma”.
Il discorso con cui John Legend e Common hanno ritirato il premio è stato fra i momenti più toccanti della serata, peraltro. I due artisti si sono soffermati sulle problematiche della discriminazione razziale, spiegando fra l’altro: “Nina Simone ha detto che il dovere di un artista è parlare del tempo in cui vive. E ‘Selma’ è attuale perché la lotta per la giustizia è attuale. Viviamo nel Paese con più carcerati al mondo. Ci sono più uomini di colore in prigione oggi di quanti erano ridotti in schiavitù nel 1850”.
Le alte due categorie legate all’audio – ma più pertinenti al sonoro, in realtà – sono “Miglior montaggio sonoro” e “Miglior sonoro”, vinte rispettivamente da Alan Robert Murray e Bub Asman per “American sniper” e da Craig Mann, Ben Wilkins e Thomas Curley per “Whiplash”.
Gli Oscar legati alla cinematografia e alla recitazione sono stati invece così distribuiti: “Miglior film” a “Birdman”, “Miglior attrice protagonista” a Julianne Moore (“Still Alice”), “Miglior attore protagonista a Eddie Redmayne (“La teoria del tutto”), “Miglior regia” a Alejandro G. Inarritu (“Birdman”).