Le recenti esternazioni prima di The Weeknd e poi di Halsey hanno scoperchiato il vaso di Pandora del malumore che – in una consistente porzione della comunità artistica – cova nei confronti dei Grammy Awards, i massimi riconoscimenti assegnati dall’industria discografica americana. Nella polemica rovente – che abbraccia non solo i meccanismi di voto, ma anche temi molto più importanti come la discriminazione e la parità di genere – è intervenuta anche Ellie Goulding.
La cantante di “Love Me like You Do”, a differenza di colleghi come Drake, più che inseguire lo scontro frontale ha cercato un dialogo costruttivo: “La domanda che faccio all’industria musicale – e la pongo con la massima umiltà, con il solo scopo di intavolare una discussione – è: cosa costituisce il valore di un premio”, si è chiesta l’artista in un articolo pubblicato sulla piattaforma Medium, “Questa non è retorica: sono davvero curiosa di avere una risposta. Se ricevere una determinata accoglienza critica da parte quello che ho fatto durante la mia carriera – e quello che hanno fatto tanti altri artisti durante la loro – non si qualifica per una sorta di riconoscimento formale, allora cosa lo fa?”.
La Goulding, così come altri suoi colleghi, non ha rinunciato a chiedere maggiore chiarezza nei confronti dei meccanismo di selezione o voto da parte delle giurie: “Sembra esserci una grande mancanza di trasparenza nel nostro processo industriale di nomina e votazione dei premi”, ha osservato, in conclusione, la cantante, “Forse coloro che sono a conoscenza del processo sono in grado di trarne vantaggio?”.