Trasformare la musica in DNA non solo è possibile, ma permetterà alle canzoni di essere ascoltate per sempre senza nessuna perdita di qualità. Il progetto è realizzato dalla società Twist Bioscience, che si occupa di sintesi di DNA, insieme alla Microsoft e all’Università di Washington. Per iniziare, i ricercatori hanno attinto agli archivi del Montreux Jazz Festival, estraendone due pezzi: “Tutu” di Miles David e “Smoke On The Water” dei Deep Purple.
La canzone del grande jazzista e quella dei Deep Purple segnano un importante traguardo: è la prima volta che il DNA è stato usato per un progetto di questo tipo, che nello specifico consiste nella raccolta di informazioni su catene di acido desossiribonucleico, le stesse che permettono alle specie viventi di tramandarsi.
Il vantaggio è dato sia dallo spazio minimo richiesto per lo stoccaggio (i cinquant’anni del Montreaux Jazz festival potrebbero stringersi tutti nel volume di un granello di sabbia) e sia dalla stabilità delle molecole di DNA, che se debitamente trattate possono resistere per millenni.L’esigenza, ha spiegato il team di ricerca, è nata dal fatto che la maggior parte dei dati mondiali sono oggi immagazzinati usando una tecnologia che non sopravviverà più di qualche decennio: “I migliori sistemi di stoccaggio potrebbero preservare il loro contenuto digitale per centinaia di anni, ma solo a precise condizioni; il DNA sintetizzato è in grado di proteggere le informazioni per centinaia o migliaia di anni”, ha dichiarato la Twist Bioscience.