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Mark Ronson si appresta ad affrontare una nuova causa che riguarda “Uptown funk”, la hit che nel 2015 vide il produttore scalare le classifiche mondiali insieme a Bruno Mars.

Lo scorso martedì, 12 settembre, Ronson è stato citato in giudizio a New York da Lastrada Entertainment Company, Ltd., editore che detiene i diritti di una canzone della band funk statunitense degli Zapp, attiva tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’90 (poi riunitasi nel 2003). Il brano in questione è “More bounce to the ounce” del 1980, composto e co-prodotto da un membro della band, Roger Troutman.
Oltre a Ronson sono stati citati in giudizio anche il co-produttore del brano Jeff Bhasker, Sony/ATV, Warner/Chappell, Vevo, Spotify e Apple (che fino ad oggi hanno retribuito solo gli autori accreditati di “Uptown funk”).

Lastrada Entertainment Company, Ltd. ha chiesto 150.000 dollari di risarcimento per violazione di copyright. La rivista statunitense Billboard è riuscita ad ottenere una copia dell’accusa. Tra le altre cose si legge:

“Mark Ronson voleva scrivere qualcosa di nuovo, ma ha sbagliato. Parti considerevoli di ‘Uptown funk’ sono copiate da ‘More bounce to the ounce’. Le significative somiglianze tra le due canzoni sono state commentate ampiamente da musicisti, critici e opinionisti”.Già nel febbraio del 2015, lo ricordiamo, Mark Ronson e gli altri autori del brano (Bruno Mars, Jeff Bhasker, Phillip Lawrence, Nicholas Williams e Devon Gallaspy) furono accusati di plagio: l’editore Minder Music notò alcune somiglianze tra parti di “Uptown funk” e un brano pubblicato nel 1979 dalla Gap Band, “Oops upside your head”. Gli autori del brano della Gap Band furono in seguito riconosciuti come co-autori di “Uptown funk” (e infatti oggi risultano addirittura 11 gli autori della hit di Ronson e Bruno Mars).
Nell’ottobre del 2016, invece, Ronson fu citato in giudizio dai Collage, funk band attiva nei primi anni ’80, sempre per presunte somiglianze tra la sua “Uptown funk” e un brano inciso dal gruppo nel 1983, “Young girls”.