Una copertina che ha fatto storia così come il contenuto del disco. E’ “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band“, album dei Beatles che usciva l’1 giugno del 1967, esattamente 50 anni fa. E, è proprio il caso di dirlo, nel pop rock nulla sarebbe più stato uguale. Per l’occasione il disco torna nei negozi con una rinnovata versione deluxe e fino al 2 giugno sarà nei cinema italiani il film documentario “The Beatles: Sgt Pepper & Beyond”.La pellicola racconta i dodici mesi più cruciali della carriera della band inglese mentre la nuova edizione dell’album offre un mix stereo curato da Giles Martin, il figlio di George scomparso lo scorso anno, e dall’ingegnere del suono Sam Okell. Negli Abbey Road Studios di Londra hanno collaborato con un esperto team di ingegneri e specialisti del restauro del suono.
Il mito è nato a partire dalla copertina, dove i quattro Beatles, con un completo sgargiante da band di paese, si trovano circondati da 62 personaggi chiave della storia, da Albert Einstein a Marlon Brando, da Karl Marx a Fred Astaire, Edgar Allan Poe, Karlheinz Stockhausen, Carl Gustav Jung, Bob Dylan e Marilyn Monroe. Ma ci sono anche emeriti sconosciuti (l’italiano Simon Rodia) o controversi (il satanista Aleister Crowley).
L’album è un viaggio cosmico di stratificazione melodica e psichedelica. Un disco confezionato in laboratorio. Sul finire del 1966 i Beatles decidono, infatti, di abbandonare le scene e di dedicarsi al lavoro in studio: 129 giorni per 700 ore di registrazione nelle sale di Abbey Road con il produttore George Martin. Tutt’altro approccio rispetto al debutto a 33 giri del 1963, “Please Please Me“, realizzato in meno di quindici ore.
L’obiettivo era trovare nuovi suoni e superare i confini della forma-canzone, un’impresa pionieristica con le tecnologie d’allora e difficilmente replicabile su un palco. Arrangiamenti arditi, tracce sovrapposte, rumori che danno l’idea di un teatro dove si esibisce la fantomatica banda del Sergente Pepper e, poi, un’orchestra di quaranta elementi per congiungere le due parti di ‘A Day in the Life’, cantate rispettivamente dagli amici-rivali Lennon-McCartney. Un’epica conclusione per un disco che tuttora guida la classifica, stilata dalla rivista “Rolling Stone“, dei 500 migliori album della storia.