Basta campionare un’unica sillaba da una canzone per violare le norme sul diritto d’autore? Jay-Z, convocato in tribunale per avere riprodotto nel suo successo del 2009 “Run this town” un unico “Oh” prelevandolo da un vecchio classico funk del cantante e pianista di New Orleans Eddie Bo (“Hook and sling – part 1”, 1969) è convinto di no; al contrario di quanto sostengono i legali dell’etichetta TufAmerica, che nel 1996 ha acquisito i diritti della canzone e che per un altro “sample” del brano aveva già fatto causa a Kanye West.
La casa discografica, spiega il sito TechDirt, esige royalty arretrate e un risarcimento danni che i legali di Shaw Carter (il vero nome del rapper e produttore) non intendono pagare: “Apparentemente il ricorrente è convinto di avere un monopolio sull’uso della parola ‘oh’ e di poter impedire ad altri di utilizzarla in forma registrata”, recita la memoria depositata dagli avvocati della superstar e delle case discografiche/società editoriali WB Music Corp, Warner-Tamerlane Publishing, Roc Nation, Atlantic e Roc-A-Fella Records parti in causa nella disputa. “Anche se una singola, breve parola – o la sua registrazione – potesse mai essere considerata abbastanza originale da garantirsi la protezione di un copyright, una frase così generica e fugace non risulta essere né quantitativamente né qualitativamente rilevante”.
Il mondo musicale – non Eddie Bo, scomparso nel marzo del 2009 a 78 anni – guarda con attenzione all’esito di una vertenza che potrebbe cambiare la giurisprudenza in materia di campionamenti: fino ad oggi, ricorda il quotidiano britannico Guardian, il caso più estremo – e conclusosi con una condanna – riguardava l’utilizzo ripetuto di un accordo arpeggiato di due secondi di un brano dei Funkadelic, “Get off your ass and jam”, da parte di “100 miles and runnin’ ” dei NWA..