Categoria: RSD News

Migliaia di manifestanti pro UE si sono radunati ieri, sabato 2 luglio, a Londra, per manifestare contro l’esito del referendum che ha virtualmente posto la Gran Bretagna fuori dall’Unione Europea: sulle note di classici del rock e del pop – con il classico di Whitney Houston trasformato in “I Will Always Love EU” o l’immortale beatlesiana “All you need is love” customizzata in “All EU Need Is Love” – gli europeisti inglesi hanno marciato da Park Lane a Westminster sotto la guida di personalità di primo piano della scena musicale d’oltremanica, che dopo il temuto sì referendario alla Brexit si è schierato compatto nella frazione pro-Bruxelles.

“Siamo realisti”, ha spiegato Bob Geldof, che già prima della consultazione era uno strenuo promotore del “remain”, tanto da manifestare sul Tamigi contro Farage insieme alla parlamentare Jo Cox, uccisa da un estremista sostenitore del “leave”: “Twittare la vostra indagnazione non vi farà ottenere nulla. Uscite allo scoperto. Datevi da fare coi vostri amici, colleghi e nel vostro quartiere. Dobbiamo organizzarci individualmente, organizzare chi ci sta intorno e fare tutto ciò che sia in nostro potere per impedire che questo paese venga distrutto”.Tra le personalità musicali presenti alla dimostrazione, oltre a Jarvis Cocker, c’era anche Jonathan Shakhovskoy: figura piuttosto defilata rispetto ai frontman dei Boomtown Rats e Pulp, Shakhovskoy è in realtà un discografico e produttore di lungo corso. Già al lavoro in studio con – tra gli altri – U2, Beady Eye, Stereophonics, Crowded House e Shakira – oggi Jonathan è a capo di Script, agenzia musicale multipiattaforma che conta tra i propri clienti Google, Rolls Royce, Adida e Converse, e che – quindi – il polso sulle possibile conseguenze economiche e finanziarie del leave ce l’ha: “Se questa marcia non è abbastanza grossa ne faremo un’altra settimana prossima”, spiega al Guardian, “E poi una la settimana dopo. Renderemo normale questa situazione, e renderemo tutto ciò un po’ meno brutto”.